Missionaria col cuore e con la penna

In preparazione al Centenario missionario delle Serve di Maria Riparatrici (2021), una riflessione a partire dalla corrispondenza di suor Maria Dolores con le sorelle missionarie. Cf. Riparazione Mariana n. 3/2018.

Nel 1920, il primo Capitolo generale delle Serve di Maria Riparatrici elegge suor Maria Dolores Inglese vicaria generale.

Dalla casa di Noviziato, in via Tassina - oggi via Levico, a Rovigo - ella compie il suo servizio di priora della Comunità, ponendo particolare attenzione alla crescita spirituale delle novizie e continuando con alacrità l’animazione della Pia Opera riparatrice ad onore di Maria ss.ma. Il suo sguardo però si allarga agli orizzonti che il giovane Istituto sta raggiungendo oltre oceano. Nel 1921, infatti, la fondatrice, madre M. Elisa Andreoli, invia le prime suore a collaborare nella missione dei Servi di Maria nell’Alto Acre-Purús (Brasile). Offre così la sua generosa collaborazione all’opera evangelizzatrice della Chiesa, che, dopo la tragedia della guerra, stava riprendendo vigore.

Nel 1924 madre Elisa aveva posto la sede del Centro missionario della Congregazione proprio a Rovigo, in Noviziato: formazione alla vita consacrata, spiritualità mariano-riparatrice, slancio missionario diventavano così gli elementi di un percorso che preparava le giovani alla loro donazione totale a Dio e ai fratelli.

Con amore di sorella

Suor Dolores partecipa a questo dinamismo a modo suo... cioè scrivendo! Tra i suoi scritti editi ci sono sette lettere alle suore missionarie in Brasile.1 Già dalle prime righe di ogni lettera emerge la fraternità, tenera e amichevole, come valore dal quale scaturisce l’attività epistolare della vicaria generale con le consorelle lontane.

Sono ricorrenti le espressioni che dicono la gioia di ricevere notizie, la preziosità degli scritti che giungono dalle missionarie, l’ansia di sapere come stanno e la soddisfazione per i loro progressi: «Suore carissime tutte, con quanto affetto e santa soddisfazione abbiamo letto le loro pregiatissime lettere lo potranno più immaginare che noi descriverlo»;2 «ebbi carissima la bella relazione che mi avete mandato. Me ne congratulo dei vostri progressi e spero che ne farete ancora con le bambine del nuovo Collegio s. Giuliana».3

La fraternità diventa partecipazione ai disagi, ma anche compiacimento per la diffusione della Congregazione quando incominciano le vocazioni autoctone: «Sicuro, la lontananza che vi separa dalle vostre terre e dai vostri santi affetti vi deve essere grave, lo comprendiamo. Ma per questi dovrebbe supplire l’affetto celeste che lì vi condusse. Sicché vi prego, care mie, toglietevi dalla pena in cui ora vi troviamo, spiegandoci in chiaro le vostre necessità in che consistono e in che cosa potessimo noi giovarvi»;4 «abbiamo inteso con santo piacere che abbiamo altre due care sorelle: suor Prosperina di s. Bonfiglio e suor Bernardina di s. Pellegrino. Ad esse in modo speciale i nostri cari saluti e i nostri fervidi auguri di santità. Ci furono molto gradite le belle immaginette che abbiamo ricevute della loro vestizione».5

Consapevole  di quanto doveva essere dolorosa la lontananza - allora spesso le partenze erano “per sempre” - suor Dolores era attenta ad “accorciare le distanze” informando le missionarie dei movimenti della madre generale, Elisa, di quanto avveniva in patria e nella casa di Noviziato, dove spesso aveva salutato le partenti cercando di fornire loro il necessario - materiale e spirituale - per la nuova missione: «Ora stiamo facendo un pubblico triduo di ringraziamento essendo che il giorno 13 c.m. si compiono 4 anni del divoto trasporto della prodigiosa immagine [dell’Addolorata] nella nostra cappella. [...]Vi dirò anche che se Dio vorrà, nel prossimo settembre saranno 16 le novizie che emetteranno i primi voti e suor M. Assuntina li farà perpetui. Siete contente? Sì certamente!».6

Un sorriso nasce nel lettore davanti alla concretezza, affettuosa, con la quale suor Dolores si occupa dei bisogni più elementari delle missionarie: mistica apostola della Vergine, ella è anche sorella che con schietto umorismo e senso pratico risponde alle richieste: «In quanto agli occhiali per suor M. Ester, poco male mandarglieli ma indovinare che le vadano bene. Se si facesse in tempo sapermi dire se la suora ha la vista miope o presbite, mi sembra miope, comunque se siete in tempo scrivetemi, caso mai manderò per vista miope. Speriamo indovinare».7  

Entusiasmo missionario

Suor Dolores si recò fuori Rovigo abbastanza raramente, il più delle volte per dare solidità all’Opera riparatrice. La sua passione per l’annuncio del messaggio evangelico però si manifestava anche con la sua entusiastica solidarietà nel cammino di santificazione delle sorelle missionarie. Amore allo Sposo divino, santità e servizio al Regno si unificavano in «sì alta missione», per la quale suor Dolores manifesta la gioia di «avere delle care sorelle che sì generosamente seguirono la voce dello Sposo divino» e alle quali augura di «cooperare per condurre molte anime al Signore»; e conclude: «Coraggio care suore se il buon Dio le ha chiamate darà loro anche la grazia di riuscire nelle loro imprese».8

E con l’esempio di totale dedizione delle missionarie cercava di contagiare anche le novizie perché abbracciassero con prontezza la missione come via di unione a Cristo. Nel numero di novembre-dicembre 1921 de La Paginetta della Riparazione, pubblica la lettera di una delle suore partite per la missione brasiliana: «Carissime novizie, se Gesù vi chiamerà in terre lontane, siate generose, nessuna cosa vi trattenga, né parenti né interessi, volate dove il divino Sposo vi vuole. Se abbandonerete tutto per amore di Gesù, avrete tutto, perché con voi avrete Gesù! Pregate tanto affinché possiamo farci sante».

Non mancano sul giornale fondato da suor Dolores le testimonianze missionarie, con articoli a volte presi da Il Servo di Maria, periodico dell’Ordine, e con foto delle opere, soprattutto educative, portate avanti dalle suore in Brasile. Il numero di settembre-ottobre del 1926 di Lega Mariana riparatrice riporta, a firma «La Madre Vicaria», la notizia della visita del vescovo Prospero Bernardi «di ritorno dal Brasile e di passaggio per Rovigo», durante la quale egli spiegò a suore e novizie «la vita faticosa che colà conducono i missionari, destando in tutte sensi di emozione e di ammirazione».

Una via di evangelizzazione

Ma suor Dolores non dimentica la “sua” via di evangelizzazione: la riparazione mariana. D’altronde la pietà verso la Madre di Dio è una strategia classica della Chiesa per “portare a Cristo” i fedeli di ogni ceto sociale. Non per nulla papa Francesco afferma: «Lei è la Madre della Chiesa evangelizzatrice e senza di lei non possiamo comprendere pienamente lo spirito della nuova evangelizzazione» (Evangelii gaudium, n. 284).

Nel “corredo” per le sorelle in partenza per il Brasile non manca il necessario per diffondere l’Opera riparatrice, come testimonia madre M. Elisa: «M. Dolores le [alle prime sei missionarie] regalò di molti oggetti religiosi di Maria ss.ma; raccomandò la divozione e la riparazione alla Madonna; alle ore 15 partirono tutte allegre e beate, mentre le novizie piangevano e le ammiravano».9

La Paginetta della riparazione è mezzo di comunione-informazione da e per le “terre lontane”, di sostegno formativo per le suore, di diffusione della spiritualità riparatrice là dove si incarna il carisma delle Serve di Maria Riparatrici. Pur dovendo rinunciare alla sognata traduzione portoghese del periodico, non cessa di inviarlo insieme a quanto può mantenere fervido il legame vitale e ispirazionale con l’immagine prodigiosa dell’Addolorata di Rovigo: «I giornaletti nostri arrivano? Escono ogni due mesi e non manco madarglieli. Le unisco una fotografia della nostra cara Madonna, che, spero, le tornerà gradita», «quando spedirò i giornaletti, manderò a tutte, uno per ciascheduna, un piccolo quadrettino di celluloide con impressa la nostra cara Madonna e, spero, piacerà a tutte».10 

Non solo, ma suor Dolores non cessa di indicare nella Vergine l’esempio, il sostegno, la compagna, la consolazione nelle fatiche della missione: «Non manchiamo ogni dì di pregare la Madonna a venire spesso a loro vicina per confortarle dei doni celesti».11 Così Maria è una presenza viva che, come ha aperto il grembo al Verbo, così oggi apre la strada agli operatori del Vangelo, nella continua incarnazione di Cristo nella storia e nelle culture.

M. Elena Zecchini smr - Rovigo, Centro mariano 

 

 •1 Serve di Maria Riparatrici, 2. Silloge di documenti dal 1891 al 1935, editi a cura di Pacifico M. Branchesi osm e M. Renza Veronese smr, Curia generalizia SMR, Roma 1978, nn. 175, 177, 178, 181, 183, 184, 189.

2 Ibid., p. 249.

3 Ibid., p. 240.  

4 Ibid., p. 244.  

5 Ibid., p. 255.

6 Ibid., p. 246.

7 Ivi.

8 Ibid., pp. 249-250.  

9 Ibid., p. 445.

10 Ibid., pp. 254.255.

11 Ibid., pp. 255.