Un ricordo grato

«Non sono qui forse io che sono tua Madre?». X anniversario di fondazione delle Serve di Maria Riparatrici in Messico

Il 4 agosto del 2009, suor M. Kelly, suor M. Regina e suor M. Aurelia giunsero in terra messicana. In un primo tempo sostarono a Città del Messico, accolte dai frati Servi di Maria. Dopo qualche giorno fra’ Gerardo M. Torres, priore provinciale osm, le accompagnò nel municipio di Amozoc, stato di Puebla.
Lì le sorelle avviarono la loro attività pastorale con diversi servizi: accompagnamento dei membri della fraternità locale dell’Ordine Secolare dei Servi, dei catechisti, visite alle famiglie, corsi di formazione biblica per laici, ecc. Sono trascorsi dieci anni dal loro primo incontro con i messicani di Amozoc e di altre località vicine. Forse una decina di anni non è molto, ma in questo tempo molta acqua è passata sotto i ponti e l’esperienza delle Serve di Maria Riparatrici in questa terra si è fatta dono: di annuncio, di stanchezza, di rinunce, di silenzi; è stata come un pellegrinaggio continuo, in crescendo. Pertanto - dicono oggi le sorelle - vogliamo ricordare questo giorno anniversario alla luce del vangelo di Giovanni: «Il terzo giorno vi fu una festa di nozze in Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù» (Gv 2,1). Abbiamo cercato di stare tra la gente come Maria, la madre di Gesù. Racconta suor M. Aurelia: «Appena arrivate siamo andate a visitare la Basilica di Nostra Signora di Guadalupe. Mi sono sentita piccola piccola nel calpestare il luogo in cui la Madonna ha incontrato Juan Diego. Ero emozionata, felice, con in cuore la certezza che Dio ci voleva in questa terra». Oggi, inserite in Amozoc, ricordiamo i molti momenti difficili ma fecondi, che pure continuano. Siamo ancora qui, come Maria alle nozze di Cana. Siamo presenti tra la gente, inserite nella realtà, sostenute da un forte senso di appartenenza che ci aiuta a custodire ciò che Dio ci ha affidato fin dal nostro arrivo. In questo “stare” egli ci chiama all’apertura, al discernimento, al confronto e, soprattutto, a non rifugiarci in vecchi discorsi e frasi fatte, senza significato e fecondità. «“Non hanno vino”. E Gesù rispose: “Non è ancora giunta la mia ora”» (Gv 2, 4). Forse è così: in quanto stiamo vivendo ora, il nostro tempo non è ancora compiuto. Pertanto, dobbiamo continuare fiduciose e grate per questi anni in cui il popolo di Amozoc ha ricevuto molti semi sparsi nelle sue fertili terre. Resta solo da ringraziare Dio per la sua costante presenza nel nostro cammino di comunità. Egli ci ha aiutato facendo la strada con noi e ci ha dato di “essere una presenza” garante che ciò di cui l’umanità ha bisogno non mancherà mai. 

M. Aurelia Chaim smr - M. Filomena Gauna smr - Amozoc (Messico)