Partecipe del dinamismo dello Spirito Santo, dono ricevuto nel Battesimo e ravvivato nella Consacrazione religiosa, la Serva di Maria Riparatrice matura la grazia battesimale nella sequela Christi, compiendo un cammino di conversione, intesa come costante volgersi a Dio, e di progressiva liberazione, che la porta ad assomigliare progressivamente a Gesù Cristo nel dono della vita per gli altri. Secondo la tradizione della Chiesa, tale sequela si attua soprattutto mediante l’osservanza dei “consigli evangelici” della castità dedicata a Dio, della povertà nella solidarietà con i fratelli, dell’obbedienza aperta e collaborativa. Essi “hanno la capacità di maggiormente conformare il cristiano al genere di vita verginale e povera che Cristo Signore scelse per sè e che la Vergine sua Madre abbracciò” (LG 46), di condurlo alla pienezza della carità e al raggiungimento della piena maturità di Cristo (cf. Ef 4,13). Questo itinerario di sequela avviene nell’ascolto obbediente della Parola ed è fondato nell’amore: di Dio che chiama e della sorella che risponde alla chiamata con crescente fede e amore. Compagna di cammino di tutti, ma con lo sguardo rivolto all’orizzonte eterno, la sorella si impegna a lasciarsi plasmare dallo Spirito per conformarsi sempre più a Cristo, venuto per servire e dare la vita. Nel rispondere alla chiamata alla santità, pone la propria vocazione sotto la protezione di Santa Maria, creatura pienamente realizzata e “modello di virtù”, per imparare da lei, prima e perfetta discepola, a compiere la volontà del Padre e a testimoniare i valori del Regno.
Dalle Costituzioni delle Serve di Maria Riparatrici:
La nostra consacrazione, fondata nel Battesimo, è una risposta d’amore ad una chiamata d’amore da parte di Dio a seguire Gesù Cristo (art. 34)